Secondo la testimonianza di Ludovico Iacobilli, la Chiesa di Santa Caterina a Foligno venne costruita nel 1225, come edificio religioso annesso al convento delle Clarisse (chiamate anche Vergini del Campo), monache di clausura del secondo ordine francescano fondato da Santa Chiara di Assisi.
Dell’intero complesso monastico, che sorgeva al di fuori della cinta muraria del XIII secolo a poca distanza dall’attuale Parco dei Canapè, non rimane oggi che la piccola chiesa. A partire dal 1869, con il trasferimento delle monache nel convento di S. Lucia, l’edificio venne smantellato e adibito agli usi più vari: caserma, magazzino di sementi, rimessa per le macchine agricole dello Zuccherificio di Foligno e così via, fino al recupero operato dalla Soprintendenza alla fine del Novecento che ha consentito di usare l’ex chiesa come spazio privilegiato per mostre, concerti e conferenze.
La struttura della Chiesa di Santa Caterina di Foligno presenta una facciata monumentale decorata da una cornice marcapiano ad archetti pensili trilobati. Nella parte inferiore si apre il portale d’ingresso decorato a colonne tortili e lesene coronate da capitelli a foglie d’acanto, mentre nella parte superiore campeggia il bellissimo rosone.
All’interno, lo spazio ampio è costituito da una sola navata articolata su due livelli: il coro inferiore, detto anche coro delle monache, riservato alle religiose della clausura, ed il coro superiore, destinato alle cerimonie pubbliche. I due ambienti comunicavano tra loro tramite una piccola finestrella posta dietro l’altare centrale, da cui le monache potevano ascoltare la celebrazione e ricevere la comunione, senza essere viste e senza vedere.