In una delle zone più antiche e suggestive della città, accessibile da Via della Cava, si trova l’interessante ed omonimo Pozzo, così chiamato in quanto l’area ospitava in antichità una cava di materiali da costruzione.
Il pozzo, portato alla luce da diversi interventi, ha restituito una profondità di ben 36 metri, articolati in due strutture annesse: la prima a pianta circolare presenta un diametro di circa 3,40 metri, la seconda di forma rettangolare, ha dimensioni 60 x 80 centimetri e presenta i chiari segni delle “pedarole” etrusche, ovvero incisioni realizzate sulle pareti per consentire la salita e la discesa.
In seguito al rinvenimento di una lettera autografa di Antonio da Sangallo il Giovane, scoperta da Lucio Ricetti nel 1999, si potè confermare che quello della Cava fu il primo pozzo realizzato ad Orvieto su commissione del papa Clemente VII, intorno al 1527, prima ancora dell’altrettanto famoso Pozzo di S. Patrizio.
Il pozzo venne interamente scavato a mano nel tufo litoide di cui è composta la rupe orvietana, e dovette avere un’origine molto antica, in quanto tutto intorno ad esso si sviluppano una serie di ambienti e “grotte” databili a varie epoche e con funzioni differenti: resti di tombe, cunicoli per l’acqua e cisterne databili al periodo etrusco, ma anche resti di un forno per la lavorazione della ceramica o di cantine di età medievale.
Nel periodo natalizio, il Pozzo è diventato da alcuni anni, il luogo ideale per un suggestivo Presepe che è divenuto un evento di attrazione turistica della città noto appunto come “Il Presepe nel Pozzo”, con vere e proprie rappresentazioni religiose sul tema della natività.