A Gubbio, appena fuori le mura, sorge il sito archeologico della Guastuglia che comprende il Teatro Romano, l’Antiquarium e il Mausoleo di Pomponio Grecino. Quello che doveva essere l’antico quartiere tardo-repubblicano del II-I secolo a.C., ospita oggi una delle testimonianze archeologiche più importanti e suggestive della città.
Il teatro romano di Gubbio è oggi molto ben conservato grazie ad un imponente opera di restauro realizzata tra l’Ottocento ed il Novecento, ma già in epoca antica dovette proporsi come un immenso edificio di grande importanza. La progettazione e realizzazione vennero eseguite nel I secolo a.C., tra il 55 ed il 20 a.C., ultimate sotto la direzione del magistrato Gneo Satrio Rufo. Il teatro era composto da due ordini di arcate sovrapposte, con un elegante portico in corrispondenza del piano superiore. La cavea era quadripartita da corridoi che dovevano essere occupati da scalinate lignee che consentivano agli spettatori di raggiungere i posti a sedere. L’intera struttura esterna e la pavimentazione dell’orchestra erano realizzate in pietra calcarea locale. Che si trattasse di una struttura molto articolata è testimoniato dalla presenza di un pulpitum per la raccolta delle acque piovane sotto l’orchestra e dal proscenio, sul quale si aprivano due nicchie laterali quadrangolari ed una centrale semicircolare.
Ai tempi del suo massimo splendore, il teatro romano di Gubbio poteva ospitare dalle sei alle settemila persone (di più del contemporaneo teatro di Pompei che ne poteva contene cinquemila), mentre oggi è ancora utilizzato per i numerosi spettacoli classici che vi hanno luogo, soprattutto nel periodo estivo.