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Pinacoteca Civica di Spello

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Attività preferite

La Pinacoteca civica di Spello ha ufficialmente aperto il 6 agosto 1994. Fu il priore Luigi Pomponi a mettere insieme il primo nucleo di opere. Nel 1916 iniziò a raccogliere le opere più importanti della chiesa di Santa Maria Maggiore, di cui era titolare, e di altre chiese, nella cappella del Salvatore all’interno della collegiata; a tale raccolta si aggiunsero anche le opere del Comune di Spello e della Congregazione di Carità. Pomponi si occupò personalmente della Pinacoteca fino agli anni Sessanta. Mentre negli anni Ottanta nacque l’Associazione Pinacoteca Civica di Spello, che portò all’individuazione della sede museale, che è, ancora oggi, Palazzo dei Canonici, edificio attiguo a Santa Maria Maggiore, costruito nel 1542.

Altra personalità fondamentale per lo sviluppo del museo è Benvenuto Crispoldi. Pittore spellano attivo tra il 1886 e il 1923, e primo sindaco socialista della città, lasciò in eredità le sue opere all’amministrazione.
La Pinacoteca di Spello conserva pregiate opere di oreficeria gotica e barocca, paramenti sacri, sculture lignee policrome, dipinti su tavola, tele e affreschi staccati, che vanno dalla fine del XIII secolo al Settecento. Sono tutte preziose testimonianze dell’attività artistica locale e dei rapporti intercorsi fra Spello e gli altri centri artistici umbri, come Spoleto, Perugia e Foligno.

Il percorso museale si articola in sette sale. Nelle quali spiccano una Madonna lignea scolpita negli inizi del Trecento, la Croce Astile in argento dorato di Paolo Vanni datata 1398 e il Gonfalone della bottega folignate dei Mazzaforte. Insieme alla Madonna col rosario di Ascensidonio Spacca. Potrete inoltre ammirare, nella sala 5, alcuni pannelli della cantoria di Santa Maria Maggiore, dipinti alla fine del Cinquecento da Zaccaria di Filippo Mazzola; dalla medesima chiesa proviene anche il trittico del Maestro dell’Assunta di Amelia, una tempera su tavola della fine del XV secolo. È collocato nella stessa sala della Madonna con Bambino, attribuita prima al Pintoricchio e poi ad Andrea d’Assisi detto Ingegno. L’opera venne trafugata nel 1970 ed è tornata a Spello ben 34 anni dopo, nel 2004; si tratta di una tempera su tavola, che costituiva il pannello centrale del trittico del Maestro dell’Assunta.

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