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La Cascata delle Marmore

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Scopri la Cascata delle Marmore, la più alta in Europa!

“Orribilmente bella! ma sul margine, da una parte

All’altra, sotto lo scintillante mattino, posa un’iride

Tra gli infernali gorghi, simile alla Speranza presso

Un letto di morte, e, inconsunta nelle sue fisse tinte,

Mentre tutto là attorno è dilaniato dalle acque

Infuriate, innalza serenamente i suoi fulgidi colori

Con tutti i loro raggi intatti, e sembra, tra l’orrore

Della scena, l’Amore che sorveglia la Follia

Con immutabile aspetto.”

 

Così agli inizi del XIX secolo scriveva Lord Byron, uno dei più grandi poeti britannici, nel suo Childe Harold’s Pilgrimage, ispirato dalla bellezza dell’attrazione umbra che lascia da secoli senza fiato chiunque arrivi nel punto in cui il fiume Velino confluisce con il suo maggiore Nera. Una bellezza così travolgente da spaventare. Possiamo considerare la Cascata delle Marmore come la cascata dei record. Con i suoi 165 m, è la più alta d’Europa e detiene in aggiunta il primato di salto artificiale più alto del Mondo. Infatti, quella che ci sembra a prima vista un’opera naturale, nasconde al suo interno secoli di ingegno e ricerca tecnologica.

La cascata fu letteralmente “creata” dagli antichi romani nel III secolo a.C., che per ordine del console Curio Dentato costruirono un canale – chiamato Cava Curiana, appunto – per drenare una zona paludosa facendola defluire in direzione del salto naturale delle Marmore. Il nome della zona deriva probabilmente dalla conformazione delle rocce che la costituiscono, molto simili al marmo bianco, e affiorano in maniera diffusa dal manto boscoso che le ricopre. La Cava Curiana e il sistema fluviale a cui venne collegato furono per secoli motivo di conflitto fra le città di Rieti e Terni a causa delle frequenti inondazioni del fiume Nera, la cui portata aumentò eccessivamente per rimanere all’interno dei suoi argini. Le modifiche successive furono fatte una volta a favore dell’una e una volta a favore dell’altra città, senza mai risolvere veramente il problema. Le dispute si trasformarono presto in vere e proprie guerriglie, tanto da costringere i ternani a costruire una fortificazione sul monte, la Rocca S. Angelo, per controllare che non venissero effettuati interventi dai contendenti reatini. La rocca, che ancora oggi domina la Cascata e i cui resti sono visibili e visitabili, fu nel corso degli anni teatro di molte battaglie per la conquista della posizione dominante.

La portata del canale cresceva intanto in modo incontrollato, creando una cascata di una potenza spropositata rispetto a quella che vediamo oggi. In tanti provarono a risolvere il problema, persino Antonio da Sangallo il giovane, uno degli architetti della Basilica di S. Pietro, che provò a fornire varie soluzioni mentre soggiornava a Terni per la costruzione di Palazzo Spada. Furono costruiti altri canali di deflusso e fu aumentata la profondità della Cava Curiana, ma niente riusciva a fermare la violenza dell’enorme getto d’acqua che si tuffava in caduta libera sul bacino del Nera. Bisognerà aspettare duemila anni dopo la creazione del primo salto per risolvere il problema. Nel 1787 l’architetto Andrea Vici riuscì, attraverso la costruzione di una cateratta laterale, a cambiare l’angolo di caduta dell’ultimo salto, eliminando il “rigurgito” creato dal getto che era in gran parte causa della difficile gestione delle piene del fiume. Nonostante questo la potenza del getto doveva essere ancora impressionante, tanto da spaventare e incantare allo stesso tempo Lord Byron, che avrebbe visitato la cascata qualche decennio dopo. Una potenza tale da essere paragonata dal poeta a quella dell’amore che domina la follia.

Negli anni successivi, con l’avvento dell’industrializzazione, la potenza della cascata fu ulteriormente calmierata dalle centrali idroelettriche costruite per alimentare il grande bisogno di energia delle tante fabbriche e opifici che già nella metà del XIX secolo occupavano il territorio. Oggi i flussi dei due fiumi sono pienamente sotto controllo e dei sistemi di regolazione idraulica hanno scongiurato del tutto il pericolo delle piene, ma la meraviglia che ancora si prova quando ci si trova di fronte a essa è rimasta immutata, tanto da indurre Stendhal, un altro dei moltissimi letterati che si sono fermati ad ammirare lo spettacolo e ce ne hanno lasciato testimonianza, a considerarla una delle cascate più belle del mondo.

Dalla piattaforma inferiore la visuale è interamente occupata dalla spumosità dell’acqua bianca in caduta. L’esperienza di visita è complessiva e coinvolge tutti e 5 i sensi: oltre la magnifica vista, l’impetuoso frastuono e l’odore del bosco e della vegetazione umida che la circonda, la forza e la velocità frantumano l’acqua che cade sulla roccia “polverizzandola” ed emanando una lieve pioggerella aeriforme tutt’intorno che accarezza la pelle. Se vi trovate a passare di sera, un impianto di illuminazione ben installato vi permetterà di ammirare lo spettacolo in maniera altrettanto suggestiva.

Il sito della cascata delle Marmore, aperto ai turisti con orari che variano a seconda della stagione, è cosparso di sentieri di tutte le lunghezze e difficoltà che collegano i vari belvederi e punti panoramici – come ad esempio lo storico Osservatorio, balconcino in posizione privilegiata e sicura costruito nel 1781 per i benestanti di passaggio. Attraverso alcuni di questi sentieri è possibile risalire tutti i quattro salti della cascata fino al belvedere superiore e ai cosiddetti Campacci: grandi prati disseminati di castagni dove sono state organizzate piazzole di sosta e di campeggio per la fruizione del panorama. Exploring Umbria vi offre la possibilità di prenotare escursioni naturalistiche, a piedi o in bici, con guide esperte, oppure avventurose sessioni di canyoning e rafting sul fiume Nera. La situazione ambientale dovuta alla presenza della cascata ha creato un particolare ecosistema, composto da piante e animali rari difficilmente avvistabili da altre parti nelle vicinanze. L’acqua, ricca di carbonato di calcio, combinata alla presenza di una roccia molto porosa ha scavato e scolpito delle grotte all’interno e nei pressi della cascata, alcune delle quali sono visitabili. Se arrivate fino al belvedere superiore, risalendo la cascata, potrete vedere dall’alto anche i resti delle opere di presa delle centrali idroelettriche e quelli delle cave, costruite nel corso dei secoli per tentare di arginare la potenza di un’opera la cui storia intreccia natura e cultura in maniera indistricabile e, ancora oggi, stentiamo a credere provenga, anche se solo in parte, dalle nostre mani.

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