Spoleto ha conservato pressoché intatto il proprio profilo antico strutturato su un’antica e suggestiva cinta muraria ancora visibile in varie aree della città.
Resti di mura, studiati dagli archeologi, hanno permesso di riconoscere differenti tecniche di realizzazione, databili ad un periodo di costruzione compreso tra il IV ed il I secolo a.C. Di fatto, i Romani mostrarono interesse per la città e per la sua difesa, soprattutto in seguito alla trasformazione, nel 241, di Spoleto in colonia e successivamente in municipium.
La cinta muraria di Spoleto doveva avere un’estensione completa di circa due chilometri, lungo i quali sono state riconosciute le tecniche costruttive dell’opera poligonale e dell’opera quadrata, sempre realizzate con l’utilizzo di blocchi squadrati molto allungati.
I luoghi più significativi in cui è ancora possibile scorgere i resti delle mura antiche tra le vie cittadine sono: lungo via dei Cecili, in cui buona parte del Convento di S. Nicolò è ancora oggi sorretto dal terrazzamento romano; presso il giardino di Piperno, dove un’iscrizione latina ricorda ancora i magistrati autori del restauro nel I secolo a.C. e, infine, i due archi superstiti del famoso Ponte Sanguinario, vicino Piazza Garibaldi.