Il Duomo di Trevi è intitolato a Sant’Emiliano, primo vescovo, martire e patrono della città. Le cui vicende sono narrate nella Passio Sancti Miliani: armeno, fu inviato ad amministrare la chiesa locale ma venne perseguitato e ucciso nel 303, sotto Diocleziano, presso l’olivo oggi detto per l’appunto “di Sant’Emiliano”.
I trevani sono da sempre assai devoti al loro patrono. Tanto che nel Medioevo e nel Rinascimento il nome del santo veniva utilizzato per indicare Trevi stessa o i suoi abitanti; la festa patronale è il 27 gennaio, e la sera prima si svolge l’emozionante processione dell’Illuminata.
La chiesa troneggia sulla città dalla sommità del colle dove, secondo la leggenda, si ergeva il tempio di Diana Trivia; i resti più antichi della chiesa risalgono al ⅩⅡ secolo. Sono le tre eleganti absidi e la statuetta del santo, collocata sopra il portale quattrocentesco, oggi murato. Nel Quattrocento, infatti, la chiesa venne ampliata da maestranze lombarde: appartengono a questa fase il portale principale e il timpano sovrastante, che raffigura Sant’Emiliano tra due leoni. Il primo è contornato da una cornice, eseguita con l’utilizzo di una lapide romana. Il secondo era originariamente posizionato sopra un altare nella piazza della città, poiché su di esso salivano i sacerdoti novelli quando celebravano la loro prima messa. L’intervento più importante è stato quello dell’architetto romano Luca Carimini, che nella seconda metà dell’Ottocento ha conferito alla chiesa l’aspetto odierno.
L’interno dell’edificio è in stile neoclassico e vi è custodito il cippo nel quale vennero rinvenute le spoglie di Sant’Emiliano; conserva inoltre affreschi del ⅩⅥ secolo: uno in particolare, proviene da una colonna del tempio rinascimentale ed è per questo chiamato Madonna della Colonna; è attribuito a Francesco Melanzio da Montefalco. Splendidi l’altare del Sacramento di Rocco da Vicenza (1521) e quello della Trinità (1585).