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Palazzo Comunale di Spello

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Il Palazzo Comunale di Spello fu eretto in piazza della Repubblica nel 1270 su progetto di Mastro Prode, sotto il governo del podestà Giacomo del Mastro; lì dove molto probabilmente esisteva già un palazzo. L’aspetto dell’edificio, con la caduta dei Baglioni, subì diverse modifiche a fine Cinquecento e poi ancora nel XVII secolo, quando la struttura venne allungata sul lato orientale e alzata di un piano. Le sembianze odierne sono il risultato dei lavori del 1939, ai quali si aggiunse il restauro che seguì il terremoto del 1997. Oggi, pur essendo sede di alcuni uffici comunali, viene utilizzato come edificio di rappresentanza con sale conferenze e spazi in cui vengono allestite mostre.
Al piano terra possiamo ammirare due archi ogivali che introducono all’antica loggia del palazzo, la quale ospita una lapide in ricordo degli 86 caduti e 14 dispersi spellani della Prima Guerra Mondiale: è opera dell’artista Benvenuto Crispoldi e raffigura la Patria. Sopra la loggia si possono osservare le tre bifore romaniche tamponate, due su Via Garibaldi e una sulla piazza, sormontate da eleganti capitelli. Nel lato del porticato era presente una scala rampante, che nel XVI secolo fu demolita; al suo posto fu costruita la fontana di papa Giulio III Del Monte, una vasca accompagnata da due colonne ioniche, una trabeazione con decori a festoni e quattro stemmi, tra cui quello di papa Giulio III. Sopra la fontana possiamo vedere un’Annunciazione novecentesca danneggiata, mentre in cima all’edificio scorgiamo la torre con l’orologio della comunità.
Il Palazzo Comunale ha oggi tre piani accessibili, con un totale di 26 sale interne. Entrando nell’atrio del palazzo, potremo ammirare la raccolta murata di reperti archeologici romani, mentre proseguendo la visita, incontreremo la Sala delle Volte, nel Quattrocento sede del Monte di Pietà e oggi adibita a mostre temporanee, la Sala dell’Editto, che contiene il Rescritto di Costantino ed è decorata con meravigliose vedute di Spello ad opera del pittore ottocentesco Gaetano Pompei di Amandola, la Sala Petrucci, la Sala degli Stemmi, con l’albero genealogico delle famiglie spellane più importanti a partire dal XVI secolo, e poi il Fondo Antico, che custodisce 4000 volumi circa, tra cui un prezioso incunabolo stampato a Venezia nel 1474. Certamente la stanza più importante è la Sala degli Zuccari, con il magnifico ciclo di affreschi del XVI secolo, precedentemente attribuito a Federico e Taddeo Zuccari e oggi ricondotto ad Ascensidonio Spacca, detto il Fantino.
Di grande importanza è la Collezione Permanente “Emilio Greco”, allestita al secondo piano del palazzo, incentrata sulle molteplici sfaccettature dell’universo femminile.

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