La tomba si trova lungo la via, appunto, Etrusca, che collega Bettona a Torgiano. È databile tra la fine del Ⅲ secolo a. C. e l’inizio del Ⅱ a. C. e venne scoperta nei primi anni del Novecento.
L’ipogeo è ben individuabile, in quanto aperto e protetto solamente da un cancello; si accede alla camera sepolcrale dopo aver percorso un breve corridoio a cielo aperto, che conduce alla porta, originariamente composta da due lastroni in travertino, e accompagnata da due gradini di accesso alla tomba. Questa è stata realizzata con blocchi di pietra regolari ed è composta da un unico ambiente sormontato da una volta a botte.
La tomba etrusca è inoltre fornita di canaletti per il deflusso delle acque, che venivano raccolte in un vano sotterraneo, in corrispondenza dell’ingresso. L’ultima deposizione risale al Ⅰ secolo d. C., probabilmente dopo che la tomba fu abbandonata: il fatto è documentato da un’epigrafe latina, che menziona un magistrato municipale bettonese che fu praetor Etruriae, ossia sacerdote della lega delle città etrusche.
Quando fu scoperta nel Novecento, la tomba etrusca di Bettona era in pessime condizioni, danneggiata e guastata, con gli oggetti del corredo funebre sottosopra. La maggior parte di questi, per motivi di sicurezza, si trova oggi presso il Museo Archeologico Nazionale di Perugia e il Museo Archeologico della Città di Bettona: da segnalare monili in oro, argento, pasta vitrea e bronzi.