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Bevagna

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Scopri Bevagna, il borgo dei mestieri antichi

Scopri Bevagna, le gaite, gli antichi mestieri e il buon cibo. 

Se avete voglia di avventurarvi in un viaggio alla scoperta del passato, non potete fare a meno di visitare la meravigliosa Bevagna. Si tratta di un caratteristico comune umbro di circa 5000 abitanti. Una fortificazione che è rimasta intatta, inalterata nel tempo e che sorge sull’antica via consolare Flaminia. Il suo nome attuale deriva dall’antico “Mefana”, denominazione risalente all’epoca etrusca, divenuta successivamente “Mevania” in epoca romana, nel 90 a.C.

Proprio in epoca romana, era considerato un importante centro commerciale anche grazie al suo porto fluviale sul Tevere, che collegava la città con Roma.

Fu sottomessa al dominio dei Longobardi con il Ducato di Spoleto e dal 1371 fino al 1439 fu sotto il governo della Signoria dei Trinci.

Bevagna è considerata un gioiello della regione Umbria e dell’Italia; la bellezza dei suoi monumenti, la tipicità dei suoi paesaggi, i prodotti di qualità eccellente frutto dell’esperienza e delle tradizioni centenarie degli esperti. Tutto ha contribuito a mantenere questa stupenda località e i suoi abitanti molto legati alle origini e alle loro radici.

È stata annoverata tra i Cento Borghi più belli d’Italia e tra le Bandiere Arancioni. Sicuramente una città adatta agli amanti della storia, della cultura, dell’arte e della natura. È un territorio che può essere visitato da coppie in cerca di un po’ di romanticismo e alla scoperta di angoli inesplorati, da famiglie che vogliono godersi una vacanza in armonia, da gruppi di amici che vogliono perdersi nella magia del borgo; insomma, è un luogo adatto a tutti!

Non è un caso che Bevagna sia stata insignita anche del titolo di Gioiello d’Italia. Per il fascino dei suoi sentieri e per i suoi monumenti intrisi di storia e di passato, che rievocano periodi lontani e densi di avvenimenti importanti.

A Bevagna, nonostante si respiri un’aria prettamente medievale, si può ammirare una certa eterogeneità nelle strutture architettoniche più importanti. Possiamo, infatti, riscontrare diversi stili: il romanico, il gotico e il barocco. È un borgo che ha dato il proprio nome alle pregiate tele, le “bevagne”, realizzate in passato da mani abili e sapienti.

Se siete dei veri appassionati di storia e del mondo medievale, Bevagna è proprio la meta giusta per voi. Essa è infatti molto nota per la manifestazione Il Mercato delle Gaite.

Durante questo evento, che si svolge ogni anno nelle ultime dieci giornate di giugno, gli abitanti rivivono la vita all’epoca dei loro antenati vissuti tra il 1250 e il 1350; essi indossano abiti medievali, cucinano e degustano i piatti tipici che venivano portati in tavola dai loro predecessori. Riscoprono le arti e gli antichi mestieri, i giochi e lo spirito del passato.

La manifestazione prende il nome dalle Gaite, dall’antico termine Watha o guida, e sono risalenti al periodo della dominazione longobarda. Erano i quattro quartieri nei quali era suddivisa la città: S. Giorgio, S. Giovanni, S. Pietro e S. Maria. Si scontravano per determinare chi avrebbe detenuto il controllo delle mansioni amministrative. Oggi le quattro Gaite si sfidano nelle gare del Mercato, del mestiere, della Gastronomia e in quella di tiro con l’arco. Alla fine viene proclamata una Gaita vincitrice.

Ogni Gaita ha dei mestieri e delle peculiarità caratterizzanti, per esempio la Gaita di S. Giorgio è famosa per la metallurgia, per la lavorazione del ferro e per e la zecca ed eccelle nell’arte della liuteria. La Gaita di S. Giovanni si distingue per le sue attività artigianali raffinate basate sulla lavorazione del vetro e sulla fabbricazione dei fogli di carta bambagina, che si ricavava dai cenci. La Gaita di S. Pietro propone invece l’arte tintoria e la realizzazione di codici in pergamena e tra i mestieri e tra le botteghe più importanti vi sono quello del fornaio, la bottega dello speziale, la distilleria, l’erboristeria e il laboratorio per la lavorazione della cera, per la produzione delle candele. Infine la Gaita di S. Maria si è specializzata nella lavorazione della canapa per la produzione di tele e di resistenti cordami.

La manifestazione inizia con una cerimonia di apertura, che si svolge in piazza Silvestri. Regala sempre una grandiosa festa agli appartenenti alle quattro Gaite e a tutti gli abitanti e ai turisti che vi partecipano; musica tradizionale, gare di tiro con l’arco, giocolieri, giullari e musici allietano la serata! Ci si può rifocillare nelle locande e nelle taverne aperte, dove si possono gustare cibi tradizionali e sorseggiare un bicchiere del buon Sagrantino, attualmente vino DOCG prodotto negli antichi territori di Mevania, come affermato in alcune opere di Plinio e Giovenale, o di altri gustosi vini locali! Tutt’intorno stendardi, abiti tradizionali e per tutta la durata dell’evento anche danze, teatro, laboratori sugli antichi mestieri nelle botteghe, gare gastronomiche e dei mestieri tra le varie Gaite.

Il momento più vivo e ardente della manifestazione è rappresentato dai mercati; ogni Gaita realizza il proprio mercato, dall’allestimento più o meno articolato e ricco, con prodotti locali, con la presenza di artigiani e mastri. È possibile trovare prodotti alimentari come pane, formaggi e pesce. Prodotti realizzati a mano come ceste in vimini, oggetti in ferro battuto, in rame e in cuoio. Ancora stoffe e tele, resistenti cordami, o candele e carta, realizzate secondo le antiche tecniche bevanate.

La manifestazione termina con la proclamazione della gaita vincitrice e con il podestà che consegna i premi e il palio. Grazie agli statuti redatti nel XVI secolo e alle informazioni in essi rinvenute, è stato possibile ricreare fedelmente l’economia, la vita cittadina, le tecniche di produzione e di vendita dei prodotti. Nonché le arti e i mestieri degli abitanti di Bevagna in epoca medievale.

Un altro evento che ha raggiungo una certa importanza a Bevagna è chiamato Primavera Medievale. Si svolge annualmente tra aprile e maggio ed è considerato un’anteprima, una manifestazione preparatoria al rinomato Mercato delle Gaite. Un’altra iniziativa che celebra l’importanza dell’enogastronomia a Bevagna si svolge nel mese di maggio ed è Arte in tavola. Prevede degustazioni, interventi di esperti chef e laboratori alimentari ed è arricchita da musica e folklore e dalla presenza di artisti locali. Anche la manifestazione Agosto Bevanate si concentra sull’enogastronomia locale, sulla cultura, sul folklore, sulla musica e sui concerti. Rallegra piacevolmente la fine dell’estate del borgo umbro.

Bevagna è molto nota per i suoi prodotti d’eccellenza, come l’olio e il vino. Le colline bevanati sono infatti da sempre caratterizzate in prevalenza da uliveti e vigneti. Costituiscono i punti cardine e i pilastri della tradizione enogastronomica locale; il vino Sagrantino Docg è uno dei preziosi frutti dell’antica regione di Mevania. Un altro dei protagonisti delle bontà culinarie di Bevagna è sicuramente il tartufo; è possibile assaporarne il gusto prelibato in svariate pietanze, dagli antipasti, come i crostini, ai primi, come gli Strangozzi o le tagliatelle, ai secondi come l’agnello al tartufo nero.

Scopri cosa vedere a Bevagna. 

Se volete visitare il cuore del borgo, per assaporare l’essenza del carattere medievale, è irrinunciabile una passeggiata nel centro storico, che troverà il suo momento più alto una volta giunti in Piazza Silvestri. Questa è considerata la piazza più importante di Bevagna ed è anche una tra le più caratteristiche di tutta l’Umbria. Vi si affacciano alcuni tra i monumenti più significativi, come il Palazzo dei Consoli, la suggestiva Chiesa di S. Silvestro, la maestosa Chiesa di S. Michele Arcangelo con il suo imponente campanile e la Chiesa di SS. Domenico e Giacomo.

La parola chiave per ammirare la bellezza di questo luogo è sicuramente la prospettiva; infatti gli edifici non seguono le simmetrie né la disposizione frontale, ma attraverso le diverse prospettive si può godere della irregolare armonia. Un altro gioiello nascosto della città che sarebbe un peccato non visitare è il piccolo, ma graziosissimo Teatro Francesco Torti, situato dal 1886 all’interno del Palazzo dei Consoli, sempre in Piazza Silvestri. Al suo interno si possono ammirare anche dei bellissimi affreschi di Piervittori e Bruschi.

A Bevagna è possibile anche visitare un luogo molto interessante che riporta alla luce un’antica arte medievale rimasta dimenticata per secoli; si tratta della Cartiera “Valcheria”. In questo laboratorio viene ancora creata la carta bambagina secondo degli antichi procedimenti di macerazione di cenci o di stracci di diversi materiali, come cotone, lino e canapa, immersi nella calce.

Per i più devoti, e per chiunque volesse vedere la pietra su cui S. Francesco posò i piedi S. durante la sua predica agli Uccelli in località Pian d’Arca, consigliamo una visita alla Chiesa di S. Francesco, situata nella parte più alta di Bevagna. Interessante risulta anche la visita del Complesso Termale Romano e del Pavimento a mosaico, che risulta molto ben conservato.

Nella parte più alta del borgo di Bevagna, a 225 metri sul livello del mare, si erge la Chiesa di San Francesco. È possibile ricondurre le sue origini alla fine del XIII secolo, precisamente al 1275, anno in cui ne vennero poste le basi su un oratorio già precedentemente realizzato in onore di S. Giovanni Battista. Il complesso comprende anche un convento.

L’edificio si raggiunge dopo aver percorso una lunga scalinata e dati i ritrovamenti, si suppone che, anche per la sua posizione elevata, nello stesso luogo in passato sorgesse un tempio romano.

Esternamente è possibile ammirare la costruzione nel suo aspetto originario, che si presenta semplice, sobrio e tipicamente francescano. Varcando l’ingresso, che consiste in un portale polistilo e da capitelli arricchiti da elementi fogliari, è possibile notare che l’esterno, così essenziale e umile, risulta in netto contrasto con l’interno, dal tocco raffinato e ricercato. Quest’ultimo è stato oggetto di un profondo restauro avvenuto nel 1756. La chiesa si compone di una sola navata e di due Cappelle laterali, ovvero la Cappella di Gisberto Ciccoli e quella dedicata alla Madonna di Loreto, presumibilmente attribuita all’architetto Galeazzo Alessi.

La chiesa è nota per la presenza della pietra su cui San Francesco si posò durante la sua predica agli Uccelli in località Pian d’Arca. Si narra che la sua voce soave e i suoi modi delicati avrebbero estasiato i piccoli volatili al punto tale da far sì che tutti rimanessero ad ascoltare le sue parole e che nessuno volasse via.

La pietra è custodita nella Cappella della chiesa vicino all’altare all’interno di una grata protettiva.

Una menzione particolare meritano anche i dipinti degli artisti Dono Doni (inizi 1500- 1575), una Pietà del suo seguace Ascensidonio Spacca detto Il Fantino (1560-1646) e l’opera “Immacolata, Trinità e Santi” anch’essa di Spacca.

Risulta di particolare bellezza la volta della cupola di una delle cappelle, impreziosita dalla terracotta invetriata o maiolica. L’utilizzo di questa tecnica da parte degli artisti richiamava all’epoca un senso di spiritualità e di sacralità che ben si addiceva alla peculiarità di questo luogo di culto.

La chiesa di San Michele Arcangelo sorge a Bevagna nella piazza Silvestri, di fronte alla chiesa di San Silvestro.

La sua costruzione risale alla fine del XII secolo, precisamente a qualche anno dopo quella della dirimpetta chiesa “gemella” di S. Silvestro. Venne anch’essa realizzata dai Maestri Binello e Rodolfo, come attestato dall’iscrizione presente accanto al portale e si distingue per l’imponenza della struttura e del suo campanile.

Fu la prima cattedrale di Bevagna, ma per volere di Federico II, nel 1248 perse il suo titolo e fu abolita, diventando una collegiata. È grazie al Pontefice Paolo V che ben quattro secoli dopo, la chiesa tornò ad essere la cattedrale della città. Nel 1666 il Vescovo di Spoleto consacrò la nuova chiesa.

Attraverso la struttura di questa chiesa, è possibile immaginare come sarebbe diventata la chiesa di S. Silvestro se fosse stato costruito il campanile, ma che purtroppo è rimasta incompiuta.

Tuttavia, mentre la chiesta di S. Silvestro, seppur incompleta, ha mantenuto nei secoli il suo aspetto originario, la chiesa di Michele Arcangelo ha subito delle profonde modificazioni nel tempo a seguito di alcuni restauri che le hanno conferito uno stile principalmente barocco. Esternamente e in posizione centrale, spicca un grande rosone, che sostituì quello originale, più piccolo e che occupava una posizione più bassa rispetto a quello attuale.

Il campanile, che risale alla fine del XII secolo, assunse un nuovo aspetto nella parte più alta e per il restauro vennero recuperati anche dei materiali già precedentemente utilizzati per la sua prima edificazione.

Anche il tetto subì delle modificazioni per volere del priore Bernardo Eroli. Tra gli altri elementi che subirono una ristrutturazione vi sono il pavimento, i capitelli delle colonne, che vennero rovinati perché ricoperti dallo stucco e che si tentò di riportare al loro splendore originario, la scalinata interna che si percorre per giungere al presbiterio, e la copertura lignea costituita da superfici inclinate o spioventi.

La facciata della chiesa è costituita, come la chiesa di S. Silvestro, da blocchi di travertino. La parte superiore è composta da lesine e trifore. Nella parte inferiore si possono osservare invece tre portali, due laterali di uguali dimensioni, posizionati nella facciata in maniera simmetrica, e uno centrale, più grande e decorato con un bassorilievo in legno raffigurante San Michele nell’atto di trafiggere il drago. Significative anche le raffigurazioni degli angeli scolpiti sui capitelli; l’angelo a destra viene immortalato mentre sorregge una croce e un cartiglio e quello scolpito sulla sinistra nell’atto di trafiggere il drago con una spada.

Internamente, la cattedrale presenta, come nel caso della chiesa di S. Silvestro, tre navate suddivise dalle colonne, una cripta sotterranea che è ubicata sotto il presbiterio, e quest’ultimo collocato in una posizione sopraelevata. Anche la cripta rispetta la struttura della pianta sovrastante, ossia a tre navate, ma quella centrale risulta suddivisa da ulteriori sei colonne sottili, che formano così dodici campate con volte a crociera.

Nella chiesa vengono custoditi un “Crocifisso” realizzato da Francesco Providoni, con immagini della Madonna, di Maria Maddalena e di S. Giovanni, alcuni affreschi di Andrea Camassei, una statua d’argento di S. Vincenzo creata da Peter Ramoser (1785).

Non tutti i luoghi di culto sorgono in siti che esaltano la loro bellezza o che sono in grado di risvegliare nei visitatori e nei fedeli un profondo senso di pace spirituale interiore. La Chiesa della Madonna delle Grazie è sicuramente uno di questi. La vegetazione circostante, che cresce rigogliosa, è quella tipica locale; alle pendici del colle su cui si slancia la chiesa, detto colle Colpulito, dal nome dell’omonima località, si estendono incontrastati vigneti e uliveti. Giunti in cima, è possibile soffermarsi nel parco antistante la chiesa e godere di un eccezionale panorama della valle bevanate.

Gli inizi dei lavori per la costruzione del Santuario, voluto dal vescovo della città di Spoleto Pietro Orsini e dal cardinale Riario, risalgono agli inizi del 1583 ed ebbero luogo a seguito di alcuni miracoli compiuti nel 1462 e nel 1582 dalla Vergine Maria e di altri prodigiosi eventi verificatisi nella medesima zona. È quindi plausibile che la chiesa venne edificata principalmente per rendere omaggio alla Vergine, ma fu sicuramente anche un modo per richiamare i fedeli e per riaffermare l’importanza della Chiesa Cattolica. Lo scenario storico e religioso dell’epoca è infatti quello della riforma protestante portata avanti da Martin Lutero, una vera dottrina rivoluzionaria che creò una profonda frattura nel credo di numerosi fedeli cattolici.

La Chiesa della Madonna delle Grazie sorge su quello che era il corso della via Flaminia, l’antica strada consolare che da Roma giungeva fino al mare Adriatico.

La struttura, realizzata dall’architetto Valentino Martelli, si sviluppa su una pianta a croce latina e presenta un tiburio di tipo ottagonale. Questo avrebbe dovuto racchiudere una cupola, come testimoniato dall’antico progetto, ma venne poi rimpiazzato da una lanterna. Inoltre, la costruzione del campanile non è mai stata portata a compimento. Sulla facciata esterna, realizzata in mattoni, è possibile notare le lesene binarie e i capitelli di ordine dorico.

All’interno sono conservate l’affresco della Madonna delle Grazie, risalente al periodo del primo miracolo, e alcune opere di Ascensidonio Spacca, meglio conosciuto come il Fantino.

A seguito del sisma avvenuto nel 1997 in questa zona, la chiesa ha riportato alcuni danni che sono però stati riparati, rendendo nuovamente possibile la contemplazione del santuario ai fedeli devoti e ai visitatori più appassionati.

La chiesa di San Silvestro è la più antica tra le chiese che sorgono in piazza Silvestri a Bevagna. Venne infatti edificata nell’anno 1195 dal Maestro Binello, come testimonia l’iscrizione presente accanto all’ingresso.

La struttura, in stile romanico, non è stata portata a compimento e risulta evidente a causa dell’assenza del campanile.

La facciata dell’edificio è realizzata in travertino nella parte inferiore, e in pietra bianca e rosa nella parte superiore, su cui sono presenti una trifora in posizione centrale e due bifore. Il portale dell’ingresso è decorato con un fregio con elementi classici e geometrici e possiede un denso significato allegorico: a sinistra, il monte rappresenta il Cristo, i quattro ruscelli simboleggiano i quattro Vangeli e la vite e gli animali sono rispettivamente la raffigurazione della Chiesa e dei fedeli; a destra un drago simboleggia il demonio.

All’interno la basilica si sviluppa in tre navate e il presbiterio è in una posizione rialzata, raggiungibile da alcuni gradini, per conferire un maggiore senso di ampiezza e di profondità alla cripta sottostante. Le imponenti colonne con capitelli di ordine corinzio delimitano gli spazi di ciascuna navata.

Gli interni della chiesa di S. Silvestro non sono ricchi di colori vivaci, di fronzoli, di pareti luminose, e i pochi affreschi e gli elementi decorativi presenti non cercano di ostentare alcuna ricchezza materiale. Al contrario, la semplicità sembra essere il suo punto di forza. La luce entra da poche finestrelle, ma sembra proiettarsi e illuminare gli interni, in particolare la navata centrale, in maniera sapientemente solenne. Osservando i pavimenti, le pareti, le colonne, gli archi e le volte si percepisce la spiritualità del luogo e la sua maestosità, e all’interno il tempo sembra non essere trascorso.

La chiesa è stata restaurata tra il 1953 e il 1954 e nel 1987.

Il Palazzo dei Consoli è uno degli edifici che si affacciano sulla Piazza Silvestri, la piazza più caratteristica del centro storico di Bevagna. Si tratta di una struttura con un importante carattere politico, perché nello scenario della piazza rappresentava la forza del potere dello stato in contrapposizione, ma al contempo in equilibrio, con quello ecclesiastico, di cui le chiese di S. Silvestro, di S. Michele Arcangelo e di S. Domenico e Giacomo erano simboli.

Il Palazzo dei Consoli è costruito in stile gotico e venne edificato nel 1270 presumibilmente da Maestro Prode, a cui si attribuisce anche la realizzazione del Palazzo Comunale nella città di Spello. Costituito da blocchi di travertino e di arenaria, il Palazzo è arricchito da bifore gotiche.

È presente un’ampia scalinata che consente di accedere direttamente al piano superiore, il quale si sviluppa sopra un elegante loggiato con volte a crociera. Attraverso un grande stemma, posto in quello che probabilmente era l’antico ingresso del palazzo, è possibile notare nella struttura le tracce della famiglia Trinci e della sua Signoria, che governò Bevagna dal 1371 al 1439.

L’edificio, posto accanto alla chiesa di S. Silvestro, è collegato ad esso dal 1560, anno in cui venne realizzata un’ampia volta per consentire ai consoli di accedere direttamente alla chiesa per poter partecipare alle funzioni religiose.

Dal 1886 il Palazzo dei Consoli è sede del Teatro Francesco Torti, di piccole dimensioni, ma considerato tra i più belli della regione. Qui è possibile ammirare le decorazioni e gli affreschi degli artisti Bruschi e Piervittori.

Il Museo Civico di Bevagna ha, dal 30 marzo del 1996, la propria ubicazione nel centro storico della città, precisamente nel Corso Matteotti, nell’antica via Flaminia, al secondo piano del Palazzo Lepri.

L’edificio settecentesco, che è oggi sede anche del Municipio, fu progettato e realizzato dall’architetto e ingegnere Andrea Vici.

L’organizzazione delle opere presenti all’interno del museo è impostata secondo tre sezioni che comprendono rispettivamente: materiale archeologico, documentario e storico-artistico.

La prima sezione comprende dei reperti preromani di epoca arcaica e altri materiali delle successive età repubblicana e imperiale. Sono conservati resti di decorazioni e urne funerarie, antiche monete romane repubblicane e altri reperti rinvenuti a Bevagna e che testimoniano il passato millenario della città.

La seconda sezione è costituita dalle pergamene di epoca medievale, mentre della terza fanno parte dipinti realizzati tra il XVI e il XVIII secolo da artisti come Corrado Giaquinto, Dono Doni, dal suo seguace Ascensidonio Spacca detto Il Fantino, da Andrea Camassei, dal pittore tedesco Joseph Esperlin e da altri artisti che hanno espresso le loro doti pittoriche e scultoree nella zona.

Tra i dipinti più rilevanti conservati all’interno del museo vi sono “l’Adorazione dei Magi” dipinta dal napoletano Corrado Giaquinto(1703 – 1765), che fu uno tra i pittori di maggiore spicco nel panorama italiano ed europeo del 1700 e “la Madonna col Bambino”, ad opera di Dono Doni, artista assisiate di nota fama.

Presso il museo è possibile trovare esposto anche il modello ligneo della chiesa della Madonna delle Grazie, creato per i committenti da Valentino Martelli, architetto dell’opera.

Passeggiando tra le vie del centro storico di Bevagna e ammirando i numerosi scorci armonici e affascinanti, si giunge nella piazza più importante e suggestiva del borgo: Piazza Silvestri.

Osservando la piazza e gli edifici che vi si affacciano, si ha la sensazione che il tempo si sia fermato al periodo medievale. Il silenzio che si può assaporare e la grazia che caratterizza le costruzioni, seppur non rispettando i canoni estetici delle simmetrie né un allineamento frontale, creano una dimensione in cui la pace risulta essere l’elemento portante.

La Chiesa di S. Silvestro, la Chiesa di S. Michele Arcangelo, la Chiesa di S. Domenico e Giacomo e il Palazzo dei Consoli sono gli edifici che dominano piazza Silvestri, e insieme rappresentano un perfetto equilibrio tra il potere religioso e il potere politico. Essi sono stati costruiti tra il secolo XII e il XIII.

Al centro della piazza è presente anche una fontana dalle sembianze medievali risalente al 1896, che sostituì un antico pozzo creato per l’approvvigionamento idrico degli abitanti del cuore della città. È possibile scorgere anche la colonna romana di S. Rocco.

Piazza Silvestri è anche nota per una manifestazione molto importante per tutta l’Umbria, Il Mercato delle Gaite. Questo grandioso evento si svolge ogni anno alla fine di giugno e ricrea la quotidianità e lo stile di vita degli abitanti di Bevagna nell’epoca medievale. Tornano a vivere così le botteghe degli artigiani, gli abitanti sfoggiano abiti d’epoca e gli appartenenti ai quattro quartieri, denominati appunto “Gaite”si sfidano in gare sportive, del mercato, gastronomiche e dei mestieri.

Se siete degli appassionati di arte e volete saperne di più sulla storia di Bevagna, è possibile recarsi nel centro storico e visitare il Museo Civico; potrete ammirare numerosi reperti archeologici risalenti all’epoca preromana e romana. Le pregiate pergamene medievali e i preziosi dipinti e le sculture che costituiscono parte del patrimonio millenario della città.

Se invece siete dei tipi più avventurosi e amate il contatto con la natura, vi consigliamo le escursioni in mountain bike lungo i numerosi sentieri e i percorsi in montagna, in collina e in pianura, adatti ai principianti e ai più esperti. Così come le escursioni a cavallo, in cui potrete esplorare territori poco conosciuti e stupirvi per la bellezza e la varietà del territorio.

A coloro che non amano le biciclette, ma hanno voglia di trascorrere un po’ del loro tempo immersi in panorami mozzafiato, consigliamo il trekking sui numerosi itinerari. O delle semplici e rigeneranti passeggiate all’aria aperta, come la visita al Santuario della Madonna delle Grazie, situato sul colle Colpulito, che è circondato da splendidi oliveti e vigneti. La sua posizione sopraelevata consente di ammirare la valle umbra in tutto il suo naturale splendore e regala preziosi momenti di tranquillità. Proseguendo l’itinerario, è possibile visitare anche il Santuario della Madonna della Valle e giungere fino al Castello di Torre del Colle, suggestivo insediamento dalle origini remote.

Di grande interesse risulta anche la passeggiata lungo il perimetro delle mura cittadine, che hanno una lunghezza totale di circa 1700 metri; Bevagna conserva infatti ancora intatte le mura romane e quelle medievali, ad esse sovrapposte e anche le porte della città risultano ben conservate. È anche possibile svolgere altre attività come il tiro con l’arco, uscite in canoa, la pesca, e la piscina.

Aggiunto ai preferiti con successo.

Per creare il tuo itinerario avremmo bisogno di qualche informazione in più: indica dunque le date che preferisci, quanti siete e dai un valore ai tuoi interessi, così potremo iniziare a comporre la tua timeline insieme.