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Parchi e Laghi

TREKKING CON GUIDA PRIVATA
Emozionante trekking sul monte di Perugia

Emozionante trekking in ascesa del Monte Tezio, uno dei luoghi più suggestivi del territorio di Perugia

da 75€ A persona
Il prezzo diminuisce in base al numero delle persone.
AVVENTURA
Discesa in canoa in Umbria sul fiume Nera

Scopri l’avventura in Umbria solcando le acque del fiume Nera a bordo della tua canoa. Un percorso adatto a tutti, ai più piccoli o ai più grandi, dove le emozioni sono assicurate

50€ A persona
Il prezzo diminuisce in base al numero delle persone.
AVVENTURA
Deltaplano in Umbria, un volo con la vista oltre i confini

Il deltaplano in Umbria sul Monte Cucco. Quando l’adrenalina incontra la bellezza di valli e montagne, viste da una prospettiva unica.

130€ A persona
Il prezzo diminuisce in base al numero delle persone.
TREKKING CON GUIDA PRIVATA
Da Piediluco a Labro, per la Via Francigena

Seguendo la via Francigena, sconfinando per qualche ora verso il borgo di Labro

da 75€ A persona
Il prezzo diminuisce in base al numero delle persone.
ESCURSIONE MTB CON GUIDA PRIVATA
Cross Country – Assisi e il Subasio in mountain bike

Scopri Assisi in mountain bike e fatti sorprendere dai sentieri più caratteristici e dai suoi segreti spirituali.

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AVVENTURA
Canoa in Umbria, sul fiume Nera

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PASSEGGIATA DIDATTICA
Birdwatching in Umbria, sulle sponde del Trasimeno

Scopri il birdwatching in Umbria visitando un oasi naturalistica sul lago Trasimeno.

da 50€ A persona
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Parchi e Laghi in Umbria

La brezza fresca che ossigena e rinvigorisce il nostro corpo, il tepore del sole che ci carezza il viso, il profumo legnoso delle resine che ben si combina con quello fruttato dei fiori, la terra morbida sotto i nostri scarponi che sostiene la nostra andatura, la mente persa nei colori del paesaggio che gli occhi esplorano fino a dove la vista si perde. Queste sono le sensazioni che proviamo quando ci troviamo immersi nella natura e in contatto con essa. L’Umbria è famosa in tutto il mondo come il cuore verde d’Italia per un motivo ben preciso: la grande presenza di parchi naturali e l’eterogeneità dei loro ambienti. A partire da quello di alta montagna, con i quasi 2500 metri del Monte Vettore nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che la nostra regione condivide con le vicine Marche, fino a scendere giù nei parchi fluviali, come quello del fiume Nera o del Tevere, tutti da esplorare nella loro lunghezza e che creano suggestive oasi incontaminate fra le loro anse. La diversità degli ambienti continuerà a stupirci se pensiamo ai numerosi laghi presenti nel territorio, alcuni anche balneabili, che ospitano una grande varietà di ecosistemi. L’offerta è variegata ed è completata da una rete capillare di sentieri e itinerari da percorrere in tutta sicurezza per ritrovare quelle sensazioni che da lì, seduti di fronte a questo schermo, avrete molta difficoltà a concepire.

Un parco tra i più interessanti d’Italia sia per gli aspetti naturali che per quelli culturali: la Sibilla Appenninica, antica abitante dei Monti Sibillini ha lasciato le sue tracce nei i sentieri, nelle grotte e nella memoria di chi abita queste terre ancestrali. Le Sibille erano sacerdotesse del Dio Apollo, vivevano in ascesi in zone impervie, avevano il potere oracolari e i gli uomini più intrepidi e coraggiosi rischiavano la vita per raggiungerle e trovare le giuste risposte. Nel medioevo questa figura assume un carattere oscuro e misterioso, fino a coincidere con le malevoli streghe in tempo di inquisizione. Le fate della Sibilla, bellissime e fedeli servitrici dai piedi caprini, di notte escono dai loro rifugi raggiungendo i borghi arrampicati sul dorso della montagna per insegnare le arti della tessitura alle giovani donne o per sedurre giovanotti e poi scappare verso le cime alle prime luci dell’alba.

I pendii verdeggianti del parco sono modellati dalla presenza di questa tradizione. Seguendo le orme di queste affascinanti leggende vi ritroverete a percorrere sentieri, visitare grotte, conoscere memorie paesane che arricchiranno incredibilmente l’esperienza naturalistica. Con più di dieci cime sopra i duemila metri, il Parco nazionale dei Monti Sibillini ospita una grande diversità di specie animali, tra cui lupi, cervi, aquile reali e falchi pellegrini. Ai Laghi di Pilato, uno specchio di acqua purissima nascosto nel cuore del Monte Vettore a 1941 metri di altitudine, potrete osservare una specie di crostaceo chiamata chirocefalo del Marchesoni, un piccolo gamberetto rosso che nuota con la pancia rivolta all’insù. È molto piccolo, non facile da individuare, ma vi consigliamo di fare uno sforzo perché sarà quella l’unica occasione in cui lo potrete vedere. Il chirocefalo è una specie endemica e il suo unico habitat naturale, in tutto il mondo, sono le acque dei Laghi di Pilato.

Il Parco regionale del Lago Trasimeno comprende tutta l’area del Lago Trasimeno ‒ il lago più grande dell’Italia peninsulare ‒ e le sue sponde. Oltre a essere un luogo di rilevanza storica ‒ fu il teatro per la battaglia decisiva della seconda Guerra Punica, in cui Annibale massacrò l’esercitò romano cogliendolo di sorpresa ‒ il Lago detiene una grande importanza dal punto di vista naturalistico. La sua origine è legata a fenomeni di origine tettonica, cioè i movimenti della crosta terrestre concomitanti con la nascita dell’Appennino che crearono un forte avvallamento, riempito durante i millenni dalle piogge. Una caratteristica del Trasimeno è infatti la scarsità di fiumi immissari o emissari che influiscono sulla sua profondità, molto scarsa (appena 6 metri nel suo punto più profondo) rispetto a quella degli altri grandi laghi italiani. Mentre alcuni piccoli torrenti alimentati dalle piogge stagionali si occupano del rifornimento, non è presente alcun emissario che fa defluire l’acqua in eccesso. Già a partire dall’epoca romana, per evitare dannose alluvioni, vennero costruiti dei canali artificiali che confluivano poi nel vicino fiume Nestore.

Le oasi del Parco regionale del Lago Trasimeno, appezzamenti di acqua bassa ricoperte da fitti canneti, sono l’ambiente ideale per accogliere moltissime specie di pesci, anfibi e uccelli migratori. L’Isola Polvese, l’Isola Maggiore e l’Isola Minore spuntano rigogliose dalla superficie dell’acqua e sono piccoli scrigni di meraviglie naturali e culturali tutte da esplorare. Numerose sono le attività da intraprendere in questa incantevole cornice paesaggistica. Il birdwatching lungo le passerelle fra i canneti, le escursioni tra gli ulivi e i vigneti, le lunghe pedalate sulle strade di campagna che collegano borghi pieni di storia come Castiglione del Lago o Passignano sul Trasimeno.

Il fiume Nera, che nasce nel cuore degli appennini marchigiani per buttarsi 116 km più a valle nel Tevere, è il settimo fiume italiano per portata media. La sua potenza e la sua irruenza hanno dato vita nel corso dei millenni a uno dei paesaggi più affascinanti e meno toccati dalla modernità che la terra umbra può offrire: la Valnerina. Una valle stretta e tortuosa che attraversa tutta l’Umbria sud-orientale e si estende dal comune di Preci fino a toccare i territori di Terni a sud, Norcia e Cascia a est. Il Parco fluviale del Nera si sviluppa a partire dal tratto del fiume medio-inferiore, dal paese di Ferentillo, fino al punto in cui il fiume riceve la massa d’acqua che ,165 metri più su, cade dall’alveo del fiume Velino formando uno dei più suggestivi fenomeni idrologici italiani, la Cascata delle Marmore. Potete esplorare il parco fluviale del Nera attraverso le sue lunghe ciclovie oppure a piedi, ammirando dal basso le maestose montagne che circondano la valle puntinate di piccoli e antichi borghi, come il paese di Polino, con i suoi appena 230 abitanti, o il paese di Torreorsina, dal quale si può godere di una vista mozzafiato sulla cascata. All’interno del parco è inserito anche il Lago di Piediluco, secondo lago regionale per estensione e di grande impatto paesaggistico.

Il Monte Subasio, alto circa 1290 metri, è un territorio antico e mistico. Fin dall’epoca paleocristiana le sue grotte ospitarono numerosi asceti ed eremiti, i suoi boschi furono percorsi in lungo e in largo dai monaci che vi si stabilirono nel corso del tempo fra i quali, naturalmente, S. Francesco. Sul lato occidentale del monte, addossata a un’altura, sorge infatti l’acropoli della città di Assisi, anch’essa ricompresa nei confini del parco. Ma l’influenza antropica e il profondo coinvolgimento con la storia umana non deve trarre in inganno. Il parco regionale del Monte Subasio è una bellissima oasi naturalistica con un’elevata biodiversità e la sua conformazione geologica dà luogo a fenomeni carsici caratteristici come quello dei Mortari. Il parco è coperto da sentieri ben visibili e curati grazie ai quali potrete condurre le vostre esplorazioni in tutta sicurezza. Molti di questi ricalcano semplicemente le vie utilizzate dai primi abitanti per muoversi lungo le creste e i pendii. Per questo non meravigliatevi se vedrete qua e là resti archeologici, piccole abbazie e monasteri spuntarvi davanti all’improvviso dalla vegetazione. Più in alto, dai verdi prati che emergono dal bosco e coprono la cima rotondeggiante del monte, la vista sulla valle sottostante è mozzafiato.

L’estremo confine nord-orientale dell’Umbria è occupato dal massiccio del Monte Cucco che, con i suoi 1566 metri, è una delle cime più elevate dell’Appennino Umbro-Marchigiano. Nel tempo i movimenti della crosta terrestre hanno creato all’interno del massiccio, sotto le fitte faggete, una miriade di anfratti, cavità, cunicoli, in seguito riempitisi con acqua piovana filtrata dalle rocce. Il Parco del Monte Cucco è infatti incredibilmente ricco di sorgenti, corsi d’acqua e suggestivi fenomeni di erosione carsica come le forre e gli orridi, profonde spaccature nella roccia dove scorrono i torrenti impetuosi e si esibiscono in spettacolari cascate. Pur essendo uno dei parchi meno antropizzati della regione, al suo interno troverete alcuni piccoli borghi, dediti per lo più all’artigianato, all’agricoltura, alla gestione dei pascoli e dei boschi. Poco più a valle si estendono gli agglomerati urbani di Gubbio e Gualdo Tadino. Il parco del Monte Cucco è coperto da una fitta rete di sentieri per oltre 120 km, grazie ai quali potrete esplorare le impervie e selvagge meraviglie che questa zona ha da offrirvi.

Prima di arrivare a Roma e diventare uno dei fiumi più importanti e famosi al mondo, il Tevere passa anche per l’Umbria e il suo corso è protetto in buona parte da un Parco regionale che si estende per più di 7000 ettari su di un territorio di sette comuni.

Il fiume è navigato e abitato dagli uomini fin dall’inizio dei tempi. Grazie ad esso i romani riuscirono a penetrare nei territori delle popolazioni umbre ed etrusche e affondare le radici per la propria colonizzazione. Il territorio del parco è infatti costellato di resti archeologici e di antichi borghi. Orvieto sorge in prossimità di questa area e Todi vede il suo centro storico ricompreso nei confini del parco. L’intervento e l’opera umana non è comunque riuscita a intaccare un’avvenente armonia instauratasi nel corso dei secoli con l’ambiente selvaggio. Anzi, in questo caso, l’opera dell’uomo e quella della natura sembrano andare in simbiosi. Il Lago di Corbara, bacino artificiale utilizzato per la produzione di energia elettrica, si insinua con le sue appendici all’interno delle valli, formando scorci di paesaggio molto rari, come la Gola del Forello. Scendendo ancora più a valle le anse del fiume si confondono e si amalgamano dando vita a un’oasi naturalistica palustre chiamata Oasi d’Alviano, anch’essa di natura artificiale, protetta dal WWF: uno dei punti di maggior raduno di uccelli durante la stagione migratoria.

Con soli 338 ettari, quello di Colfiorito, costituisce il parco più piccolo della regione, ma non per questo meno importante o affascinante da visitare. L’area, dichiarata patrimonio di importanza internazionale secondo la Convenzione di Ramsar già dal 1976, è formata principalmente da terreni di origine palustre. L’azione sistematica di bonifica effettuata dall’uomo nel corso dei secoli non è riuscita a intaccare la zona del parco di Colfiorito, che ora risulta di fondamentale importanza per le sue torbiere, zone acquitrinose in cui le condizioni di temperatura e acidità inibiscono la decomposizione dei tessuti animali e vegetali, favorendo l’accumulazione e il compattamento della sostanza organica nella cosiddetta torba, materiale prezioso e polivalente.  Inoltre il suo ecosistema ospita una grande varietà di flora e fauna, presenti solo all’interno di questo parco, come la Ninfea Bianca o l’Orchidea Acquatica. La vista che si ha di questo mare colorato di vegetazione galleggiante dalle alture circostanti è molto suggestiva ed è possibile spingersi molto all’interno della palude grazie a delle passerelle di legno.

Acronimo di Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale, lo S.T.I.N.A. costituisce una vasta area protetta che si estende nella zona centro-occidentale della regione. Esso è principalmente strutturato in tre territori omogenei dal punto di vista ambientale: la Selva di Meana, un complesso collinare ricoperto di boschi di querce compreso nel comune di Allerona. L’Anello di Allerona è un sentiero che ne copre tutta la superficie ed è percorribile in circa 5 ore e mezza. L’area protetta della Melonta-Bosco dell’Elmo, complesso collinare appoggiato al fianco destro del Monte Peglia, con la sua maestosa lecceta secolare. Fa parte dello S.T.I.N.A anche il piccolo borgo di San Venanzo con il suo Parco Vulcanologico, dove potrete tornare indietro di 300 mila anni e immaginare questo territorio quando era circondato da tre crateri vulcanici attivi larghi centinaia di metri. Lo stesso Monte Peglia, da poco riconosciuto come Riserva Mondiale della Biosfera dall’UNESCO, conserva al suo interno un giacimento di fossili preistorico risalente a circa 700 mila anni fa, uno dei più antichi in Italia.

Aggiunto ai preferiti con successo.

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